mercoledì 25 maggio 2011

Donne in cerca di marito


Sono molto preoccupato.

Sto subendo una grave involuzione culturale.

Ad essa si associa un patologico abbassamento dei freni inibitori.

Ho visto un mostro.

A seguito di perizia psicologica, il tribunale ha assolto due coniugi dalla accusa di pedofilia o di non so quale altro reato ai danni di un minore.

Il collegio giudicante, si legge nella cronaca cittadina, era interamente composto da donne.

Donne, che quando si incontrano nei corridoi parlano con dolce voce musicale di donna di cose presumo anche femminili, tipo l’arredo di casa le vacanze gli smalti la manicure e, che so, di figli e della loro cura; e un po’ di pettegolezzo.

Donne che vestono da donne, e sotto le camicette indossano pudici reggiseni sui seni che boccucce di neonati hanno stretto a suggere prezioso latte materno; donne che indossano aggraziate gonne, esibiscono polpacci torniti e caviglie fini.

Voglio dire donne con il corpo la voce le movenze e tutta intera la natura di donna, il cui seno ha allattato figli, il cui ventre li ha accolti nella gravidanza, le cui mani li hanno accarezzati coccolati vestiti e nutriti; donne con gli occhi belli di donna, e le belle maniere aggraziate delle donne.

Quelle che per natura accolgono, amano, educano, eppoi si mostrano, esibiscono complici le loro bellezze una volta, tanto tempo fa, per trovar marito e metter su famiglia.

Per avere il dono dei figli, la forza e la sicurezza di un marito.

Esibirsi per dominare con il potere o la carriera che viene dal ricatto sessuale e della bellezza fine a se stessa a che vale? A che serve il dominio se genera solitudine e non senso della vita?

Che dire, insomma, di donne, madri, sorelle, figlie, piene di spirito materno e di grazia femminile, che, come giudici, applicando la legge, con prerogativa affatto maschile hanno invece impersonato e dato voce, come bocche della giustizia, al diritto vivente, alla rigida norma, alla regola astratta?

Non me ne vogliano le donne giudice (quelle di quel collegio, tra l'altro, le conosco e le stimo). Loro non c'entrano, sto parlando di simboli.

Ma questo non è compito naturale e proprio dell’uomo, del maschio, del padre, che nella psiche del bambino ha proprio questa funzione, di dare le regole?

A vedere questo collegio tutto in rosa come si fa a non sorprendersi?

Mi pare fuori luogo, una aberrazione, una cosa mostruosa, come lo è, in sé, il matriarcato che questa testa femminea involontariamente evoca e simboleggia.

Donne leaders, donne che dominano; donne alla testa dell’uomo, che gli dettano le regole, e lo mettono simbolicamente sotto, in un ruolo che non è, per natura, il loro.

Si potranno mai, un giorno, rimettere le cose a posto?

Quando avremo ancora donne pudiche che occhieggiano civette per farsi guardare e prendere da uomini disposti ad inseguirle, corteggiarle, buttarsi ai loro piedi pur di impalmarle in quel matrimonio che suggella per sempre il desiderio di un amore eterno, quello stesso di Cristo per la sua Chiesa che Dio ha voluto racchiudere nella coppia umana, nell’uomo, creato nel corpo maschio e femmina?

Presto. Io spero presto.

E’ ora di riscattare la donna e la sua immagine deturpata dalla prigione di diritti e di falsa emancipazione in cui il demonio, con il femminismo, è riuscito a racchiuderla, distruggendo la famiglia e, in essa, il dono della vita e l’immagine buona di quel Padre severo ma tenero che è Dio.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Trovo agghiacciante, miope e insultante quello che Lei scrive. Mi auguro non abbia figlie femmine e mi spiace per sua moglie se è sposato.

Unknown ha detto...

Non trovo affatto agghiacciante quanto scritto dall'Avvocato. Non posso dire che ricalchi la mia sensibilità (soprattutto considerando che potrei anche, in un futuro, diventare giudice), ma può essere contestualizzato e compreso.
Miope è pretendere di giudicare la famiglia di una persona senza manco conoscerla. Credo che la moglie dell'Avvocato possa essere contenta delle cose belle che egli scrive sull'universo femminile.