Dove
sono gli intrepidi paladini della libertà? Quelli che si strappavano le vesti
sulle prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali contro la minaccia alla
libertà di stampa perché non potevano pubblicare gli atti (segreti) delle
intercettazioni telefoniche nei processi a Silvio Berlusconi?
Ora
che, con la proposta di legge sulla omofobia di imminente discussione alla
Camera, ad essere minacciata è la libertà di pensiero, l’opinione della
superiorità del matrimonio tra un uomo ed una donna rispetto a quello,
cosiddetto, omosessuale, e del diritto dei bambini di avere un padre (uomo) ed
una madre (donna), e non un ‘genitore A’ ed un ‘genitore B’ dello stesso sesso,
ora che stiamo per assistere ad una vera e propria epurazione delle idee e
della cultura, attuabile a suon di denunce e condanne penali, nel tentativo di
rimuovere qualsiasi giudizio personale ed ogni riserva sulla bontà delle
pratiche omosessuali, ora che sta succedendo tutto questo, dove sono finiti i
paladini della libertà che, a suon di scioperi e manifestazioni di piazza,
tuonavano dalle colonne dei maggiori quotidiani italiani?
Se
lo chiede, attonito, tra gli altri, anche il direttore di Avvenire, Marco
Tarquinio, dalle pagine del giornale dei vescovi.
Il
silenzio stampa che accompagna i progressi di questa legge liberticida è
impressionante, e risuona e rimbalza nelle strade deserte delle nostre città, quasi
fossero ormai disabitate di anime libere, e sulle mura invisibili della nostra
privacy, come il triste eco del disinteresse, se non, addirittura, della connivenza.
Neppure
i cattolici più accondiscendenti alle posizioni relativiste fiatano. Quelli che
pensano che certe cose io non le faccio, ma non posso impedire agli altri di
farle, non si accorgono che gli altri, ben lungi dal ricambiarli, su temi così
discussi e non univocamente accolti, vogliono proprio impedire a loro di
pensare. Di avere una opinione e, ciò che conta, di tradurla di azione, nella
libera espressione del pensiero; nell’insegnamento; nelle pratiche religiose e
nella catechesi; nell’educazione dei propri figli. Guai a dire che le pratiche
omosessuali sono contro natura, che esprimono un disordine psichico prima che
morale, che sono diseducative e che vanno evitate, e che per le coppie omosessuali
non ci deve essere spazio né per il matrimonio, né per l’adozione, ed a
battersi per questo. Facendolo, infatti, se passa questa legge, si finirà sotto
processo, con lo stigma di omofobi. In Francia è in atto una campagna che promuove
la delazione, in rete (su internet, per intenderci, sui social network e
quant’altro), per segnalare contenuti omofobi. Una vera e propria caccia alle
streghe. Ma la ribellione dell’Italia, della eccezione italiana, come qualcuno
(forse Giovanni Paolo II) l’aveva felicemente definita, viaggia sul web. Il tam
tam dei cattolici e dei laici liberi ed intellettualmente onesti corre sulla
rete, su Facebook, sui blog e social network. Tra le tante iniziative, nascono le
Sentinelle in Piedi Italia, sulla scorta della esperienza dei Veilleurs
francesi, che vegliano, in piedi ed imbavagliati, protestando così contro una
proposta di legge ideologica e liberticida che alcuni uomini politici hanno
cercato di far passare sulla testa degli ignari cittadini. Oltre ad intervenire
ed a sollecitare ovunque una opposizione a questa iniziativa legislativa subdola
ed insensata, anche noi, se occorrerà, siamo disponibili a scendere in piazza
con i veilleurs nostrani, e ad organizzare veglie di preghiera, perché la felice
eccezione italiana possa rimanere tale.