domenica 2 marzo 2014

L’UNAR e la propaganda ideologica gay ed LGBT friendly



Cercando di semplificare al massimo, l’Unione Europea, nata tra a Roma e Parigi con i trattati degli anni ’50 per mere competenze e finalità economiche e dei commerci, dopo l’introduzione dell’unione monetaria (realizzata con il Trattato di Maastricht del 7.2.1992) e l’approvazione della Costituzione Europea (Trattato di Lisbona del 13.12.2007), vuole diventare anche un’Europa dei cittadini (europei) e dei loro diritti fondamentali.
A tal fine, dopo l’approvazione, il 4.11.1950, della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali (c.d. ‘CEDU’, acronimo che contraddistingue anche la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo), il 7.12.2000 viene approvata la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, la cosiddetta ‘Carta di Nizza’, che a seguito del richiamo dell’art. 6 del Trattato sull’Unione Europea (come modificato dal Trattato di Lisbona), ha per i paesi membri il valore e l’efficacia (vincolante) di un trattato internazionale.
L’Europa, tuttavia, in base al suo trattato istitutivo, non ha le caratteristiche di uno Stato sovrano, e le sue competenze sono limitate alle materie previste, per l’appunto, dai trattati che la istituiscono.
Tra queste materie, occorre dire subito, non rientrano il diritto di famiglia e delle persone, e su tali materie il Trattato di Lisbona e la Carta dei Diritti di Fondamentali del 2000, approvata a Nizza, non sono affatto vincolanti per lo Stato Italiano, né, tra parentesi, in tema di matrimonio, famiglia, sessualità ed orientamento sessuale, hanno il significato esplicito che alcuni vorrebbere loro attribuire.
I principi e diritti in essi affermati, essendo limitati alle competenze della Unione Europea, non hanno, comunque, un valore universalistico, al contrario di quelli affermati nella nostra Costituzione.
Questa complicata, certamente noiosa e grossolana (ma spero sufficientemente chiara) premessa per dire che quello che pensa l’Europa sulla persona e sulla famiglia, sul matrimonio e sulla filiazione, sulla educazione dei figli e sulla istruzione, non vincola affatto gli stati membri, che continuano ad essere regolati e vincolati da quello che, invece, prevedono le rispettive leggi e Costituzioni.
Se le cose stanno così, viene da chiedersi: ma perché, allora, l’UNAR (Ufficio del Ministero delle Pari Opportunità che si occupa di contrastare le discriminazioni razziali) è stato così sollecito nel recepire la raccomandazione del Consiglio d’Europa (CM/REC(2015)5) che, con il titolo, “Combattere le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”, in realtà attua una vera e propria propaganda ideologica pro gay ed LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender), dai contenuti gestiti in esclusiva dalle associazioni di questi ultimi, senza neppure il consulto dell’associazionismo pro famiglia c.d. ‘tradizionale’ (in realtà l’unica che possa essere contraddistinta da tal nome)? Perché a seguito di una semplice raccomandazione del Consiglio d’Europa, non vincolante per lo Stato Italiano ed anzi –volendo- in contrasto con il dettato costituzionale, in assenza di leggi approvate dal Parlamento, il Ministero delle Pari Opportunità ha affidato a ben 29 associazioni di attivisti gay e LGBT, ed all’Istituto Beck, senza neppure consultare le associazioni pro famiglia, l’elaborazione di linee guida e (a spese dei cittadini) di libretti, da diffondere nelle scuole, che presentano l’omosessualità e le tendenze ed orientamenti sessuali LGBT come fatti assolutamente normali, alternativi alla eterosessualità e liberamente opzionabili dalla persona? I genitori e le famiglie italiane, e gli stessi insegnanti, sono tutti d’accordo che lo Stato Italiano, sostituendosi e loro ed in contrasto con i loro convincimenti morali e religiosi, insegni ai loro figli e promuova un atteggiamento gay ed LGBT friendly in una materia, come quella della sessualità, delicata, certamente discutibile e discussa, che avrà come risultato quello di violare il diritto dovere di educare e la libertà di insegnamento, ingenerando nei piccoli confusione e disorientamento? E perché nei centri di potere l’ideologia di una minoranza, quelli degli attivisti gay ed LGBT, deve prevalere contro quelle che probabilmente sono le convinzioni e la sensibilità della stragrande maggioranza dei cittadini?


Ecco, queste sono le domande che mi pongo, consolato dal pensiero che il governo Letta (dopo tante rassicurazioni di sostegno) sia provvidenzialmente caduto proprio per questa ragione di fondo: per lo scandalo ai piccoli che i suoi ministri stavano perpetrando. Metaforicamente, si tratta forse di una forma (edulcorata) di quella macina al collo che Gesù indicava come preferibile per chi scandalizza i piccoli che credono in Lui (Mt. 18, 6).

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