sabato 29 giugno 2013

Unioni civili, Gay Pride e dintorni

Di rientro dalla Terra Santa, dopo dieci giorni di assenza, mi accorgo di non sapere cosa sia successo, nel frattempo, in Italia.
Il custode mi consegna un pacco di giornali che nemmeno riesco a sfogliare.
Apprendo del Gay Pride di Palermo, e degli interventi pro genders e coppie di fatto del Presidente della Camera e della ormai ex ministro Idem.
Il riferimento all’Onorevole Boldrini mi fa venire in mente la recente presentazione del Festival del Diritto (di cui la stessa sarà ospite) da parte del Prof. Stefano Rodotà, un evento di cui si protesta l’equilibrio partecipativo e culturale (sottinteso: anche in favore dei cattolici e della loro cultura).
Sorrido. Qualche cattolico al Festival, in effetti, s’è visto, anche se selezionato con cura per le idee, normalmente piuttosto libere e poco inclini al rispetto degli angusti recinti dell’area di valori cosiddetti ‘non negoziabili’. E se si pensa, almeno a quanto anticipato dal Prof. Rodotà (di cui sono note le posizioni), che, quest’anno, accanto a lui, il clou delle presenze sarà costituito, oltrecché dal Presidente della Camera, da Gustavo Zagrebelskj, Presidente emerito della Corte Costituzionale, autore, tra l’altro, di ‘Contro l’etica della verità’, volumetto contro la Chiesa Cattolica e quella che l’autore definisce la sua ideologia, se si pensa a tutto ciò, dicevo, ci si può fare un’idea più realistica di quale contraddittorio sia praticato al Festival del Diritto.
A quanto mi si dice, in Consiglio Comunale, nel frattempo, ci si prepara a discutere la proposta di dotare l’Ente di un registro delle unioni civili, registro tanto dannoso sul piano simbolico, quanto estraneo ai compiti dell’ente locale ed inutile sotto il profilo pratico in funzione dei pretesi diritti che vorrebbe tutelare.
In tutti questi casi, si riscontra un comune denominatore, costituito dalla propaganda ideologica tesa ad accreditare l’idea che l’uomo e la sua antropologia, anche sul piano della vita sessuale e famigliare, dipendono e sono determinati non dalla natura, ma dalla cultura, figlia della illuministica dea ragione.
Una sciocchezza enorme, per la quale ormai da tempo è in atto in Europa una potente ed intollerante offensiva, il cui obbiettivo dichiarato (ed anche realizzato, magari a forza ed inibendo il dissenso, come in Francia) è il riconoscimento delle coppie e dei matrimoni gay.
Ma il fine indiretto, non dichiarato ma evidente, è invece la distruzione, prima di tutto sotto il profilo culturale, del matrimonio e della famiglia.
Di quella società naturale, cioè, formata da uomo e donna, che è imago Dei, immagine di Dio, e vera fucina della persona, che viene così ad essere negata ai nuovi nati.
Si tratta di qualcosa di atroce, di una ribellione radicale e viscerale, che forse non ha precedenti nella storia, dell’uomo a Dio, di cui si vuole cancellare ogni immagine, come un tempo quella del popolo eletto, quello ebreo.
L’assedio ideologico si è fatto asfissiante.
Nell’apostasia dell’Occidente, preda dell’individualismo e della mancanza di valori di riferimento, anche la nostra società si sfalda progressivamente.
Attorno a noi, dappertutto, macerie e distruzione.